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Castello Caracciolo-Palazzo Pugliese

 Castello Caracciolo

I paramenti murari si presentano con un insieme di interventi successivi che nel corso dei secoli si sono stratificati e compenetrati dando luogo a paramenti murari eterogenei: la presenza di blocchi di pietra locale si sovrappone a cortine di laterizio e ad interventi più o meno recenti, di restauro ed integrazione.

I materiali che si possono individuare sono in sostanza tre: arenaria mista a scisto (roccia meteorica) e anche granito locale (di tiriolo) e laterizi.

Il quadro fessurativo non presenta particolari emergenze da un punto di vista statico, e la presenza di paramenti monolitici e tozzi nella loro macro composizione, la geometria sostanzialmente regolare in pianta del fabbricato nella sua interezza, garantiscono un’ adeguata risposta alle sollecitazioni orizzontali.

Da un’analisi visiva del complesso non sono emerse neppure particolari condizioni di cedimento o dissesto del piano fondale, che presumibilmente si trova alcuni metri al disotto del piano di campagna attuale.

Lungo l’intero paramento murario di questo manufatto, si evidenzia al contrario, degrado diffuso dovuto a vetustà dei materiali componenti e mancanza di porzioni degli stessi a causa della naturale erosione di agenti atmosferici e della gelività e di locali concentrazioni dei carichi indotti dalle strutture portanti. In particolare i conci in arenaria mostrano in più punti una situazione al limite del crollo o del distacco di piccole porzioni, concentrate in corrispondenza delle aperture, a causa della deviazione delle isostatiche verticali. L’insieme di tali fenomeni ha causato nel tempo un deterioramento dei giunti di malta e dei ricorsi di pietrame più deboli, con conseguente espulsione o sgretolamento degli stessi. Sono altresì presenti forti segni di umidità dovuta al probabile ristagno delle acque meteoriche di impatto sui paramenti, che deteriorando i conci favoriscono la proliferazione di efflorescenze e la crescita di essenze vegetali.

Ancora, a carico della torretta addossata al corpo principale si denotano fenomeni di crollo sommitale che si presume siano attribuirsi non a fenomeni traumatici come il sisma ma a condizioni di instabilità da degrado delle connessioni.

 

 Palazzo Pugliese

La tipologia edilizia del palazzo Pugliese si discosta per genesi da quella del castello mantenendo però la medesima tipologia strutturale (muratura portante) e la stessa composizione materica

I materiali che si possono individuare sono in sostanza tre: arenaria mista a scisto (roccia meteorica) e anche granito locale (di tiriolo) e laterizi.

Il quadro fessurativo non presenta particolari emergenze da un punto di vista statico, fatto avvalorato dall’assenza di particolari lesioni a danno del’intonaco esterno del fabbricato

Da un’analisi visiva del complesso non sono emerse neppure particolari condizioni di cedimento o dissesto del piano fondale, che presumibilmente si trova alcuni metri al disotto del piano di campagna attuale.

Lungo l’intero paramento murario di questo manufatto, si evidenzia al contrario, degrado diffuso dovuto a vetustà dei materiali componenti e mancanza di porzioni degli stessi a causa della naturale erosione di agenti atmosferici e della gelività e di locali concentrazioni dei carichi indotti dalle strutture portanti. In particolare i conci in arenaria mostrano in più punti una situazione al limite del crollo o del distacco di piccole porzioni, concentrate in corrispondenza delle aperture, a causa della deviazione dele isostatiche verticali. L’insieme di tali fenomeni ha causato nel pemp un deterioramento dei giunti di malta e dei ricorsi di pietrame più deboli, con conseguente espulsione o sgretolamento degli stessi. Particolare attenzione la destano alcune aperture che mostrano segni di cedimento delle architravature e degrado delle spalle murarie.

Gli interventi si pongono nell’ottica di una puntuale analisi delle condizioni dei ricorsi di malta scoperti dall’intonaco, una valutazione della loro condizione di efficienza strutturale e la successiva pulitura e rinzaffatura. Al tempo stesso la sostituzione delle architravature ammalorate o il loro consolidamento è da prevedere ma richiederà conferma in sede di accantieramento a seguito di saggi conoscitivi e diagnostici, atti a valutare la necessità di intervento puntuale.

Committente

Comune di San Floro

Natura della prestazione

progettazione strutturale definitiva

Periodo di esecuzione

dal maggio 2009 al luglio 2009



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